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Due centesimi su Francesco Gabbani

Oggi vogliamo prenderci dei rischi.

E scommettiamo i nostri proverbiali due centesimi su Francesco Gabbani. Ieri sera Sanremo sembrava già finita per lui dopo il duello con Miele. Ma la votazione della sala stampa è stata ripetuta a causa di alcuni problemi tecnici e lo ha ripescato in extremis. (E qui una doverosa lode alla capacità di Carlo Conti di gestire la crisi, assumendosi la responsabilità del problema e invitando comunque Miele a esibirsi fuori concorso).

Quindi, dopo aver superato nelle selezioni altri 640 candidati, Gabbani si ritrova in finale e deve sfidare altri tre brani molto belli.

Ma “Amen” è il pezzo giusto al momento giusto, strizza l’occhio contemporaneamente al pubblico di Franco Battiato e a quello di Tiziano Ferro: sembra una versione pop-nazionale dei Baustelle.

Lo sentiremo spesso in radio nei prossimi mesi, anche se non dovesse vincere stasera, perché forse meglio di altri coglie l’esprit du temps. Finora Gabbani si era fatto notare per una cover di Svalutation, un classico del qualunquismo che anticipò di qualche tempo gli anni del riflusso. Oggi, ripulito e dimagrito, sfoggia un baffo d’assalto e ci riprova in prima persona. Del resto, come fare a dargli torto?

La messa ormai è finita figli andate in pace
cala il vento, nessun dissenso, di nuovo tutto tace.
E allora avanti popolo
che spera in un miracolo
elaboriamo il lutto con un Amen (Amen)

scritto per #CriticalPop

Published inSanremo

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