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A Sanremo non sempre il meglio vince. Anzi.

La prima serata del Festival di Sanremo 2016 è stata introdotta da una lunga carrellata di tutti i brani vincitori dal 1951 a oggi. Ma tra i 65 brani proposti, impressionavano di più le assenze che le presenze. Spessissimo infatti il Festival non è stato in grado di premiare i pezzi migliori in concorso, a volte punendoli con una miopia impressionante.

Pensiamo ad esempio a “Vita spericolata”, penultima nell’edizione 1982 o a “Donne” di Zucchero penultima nel 1985 o a “La voce del Silenzio” ultima nell’edizione 1969. Per non parlare dell’edizione 1967 quando l’esclusione dalla finale di “Ciao amore ciao” di Luigi Tenco (e Dalida) portò al tragico suicidio del cantautore genovese.

Ma a volte capita che nel susseguirsi delle edizioni del Festival una qualche strana forma di giustizia storica possa sanare alcuni torti. Forse il caso più clamoroso è quello di Tony Curtis che nel 1962 portò “Quando quando quando” al quarto posto. Nella classifica finale fu sopravanzata da canzoni di cui nessuno si ricorda e prese un sesto dei voti della vincitrice “Addio… addio…” cantata da Domenico Modugno e Claudio Villa. Ma nei mesi a seguire “Quando quando quando” divenne un successo mondiale senza paragone. È infatti il secondo singolo più venduto al mondo con cinquanta milioni di copie (battuto solo da “White Christmas” di Bing Crosby”).

L’anno dopo Tony Curtis tornò a Sanremo e vinse con “Uno per tutte”. Qualcuno se la ricorda?

La stessa cosa ricapitò a Bobby Solo che nel 1964 portò “Una lacrima sul viso” ma vinse nel 1965 con “Se piangi, se ridi” o ad Albano e Romina Power che con la loro canzone più famosa (“Felicità”) non riuscirono ad andare oltre il secondo posto nel 1982 ma tornarono vincenti nel 1984 con “Ci sarà”. Più recentemente lo stesso è capitato a Emma che con i Modà non riuscì a imporre “Arriverà” nell’edizione 2011 per poi tornare vincente nel 2012 con una meno efficace “Non è l’inferno”.

Per non parlare di Arisa che nel 2012 arrivò terza con “La notte” (forse il pezzo più intenso degli ultimi venti anni) per poi vincere nel 2014 con una mediocre “Controvento”.

Se tutto questo ha un senso, l’edizione di quest’anno era fatta su misura per Nek visto che l’anno scorso la sua “Fatti avanti amore”, seconda sul palco dell’Ariston, ha fatto incetta di passaggi in radio per tutto il resto dell’anno.

Ma quest’anno Nek non c’è (a proposito: “Laura non c’è” a Sanremo fu battuta da “Fiumi di parole” dei Jalisse nel 1997).

E quindi?

Quindi (scartando gli imbarazzanti Dear Jack) la tradizione direbbe Annalisa, quarta nel 2015 con “Una finestra tra le stelle” un bellissimo brano di Kekko Silvestre che sembrava fatto apposta per vincere. Quest’anno si ripresenta con “Il diluvio universale” e una nuova maturità.

Questo dice la cabala, anche se la classifica dei download su Itunes invece le preferisce Valerio Scanu (già miracolato vincitore dell’edizione 2010), Francesca Michielin e una sorprendente Patty Pravo. Su Spotify i brani più popolari sono invece quelli di Lorenzo Fragola, Clementino e Alessio Bernabei.

La confusione è grande sotto il cielo, insomma. E chissà se stasera non avremo grandi sorprese e risultati inattesi…

scritto per #CriticalPop

Published inSanremo

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