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libri 2020

tra le cose buone che mi porto via dal 2020

un saggio
Non c’è fede che tenga: Manifesto laico contro il multiculturalismo di Cinzia Sciuto,
per la prima volta da tanto tempo ho letto un saggio che ha messo in crisi alcune delle mie convinzioni (di solito invece leggo libri che le accarezzano e le confortano): non so se sono d’accordo con tutto quello che dice, ma quanto avremmo bisogno di libri capaci di spiegare una tesi fino in fondo senza alcun bisogno di denigrare o ridicolizzare altri

due classici
Le nostre anime di notte di Kent Haruf,
è incredibile la sapienza con cui riesce a raccontare questa storia minima toccando il cuore senza essere smielato: un capolavoro del quanto basta
La promessa di Friedrich Dürrenmatt,
un giallo (o meglio, la storia di un’ossessione) del 1958 modernissimo ed essenziale

tre libri dei nostri tempi
Primavera di Ali Smith,
terzo di una quadrilogia (ma ogni libro è indipendente dagli altri) una storia di lutti e di speranze, di esclusione e di accoglienza, di magia e di realismo
I ragazzi della Nickel di Colson Whitehead,
un vero romanzo americano, un vero capolavoro, abisso e redenzione
Città Sommersa di Marta Barone, una storia (vera e personale) che smitizza e ricolloca gli anni del movimento studentesco e quelli del terrorismo

e infine, il mio personalissimo punto debole, Jón Kalman Stefánsson, a questo punto il mio scrittore vivente di riferimento: mi tocca dove solo lui sa in La tristezza degli angeli (secondo di una trilogia dopo Paradiso e inferno, e stavolta i libri non sono indipendenti) racconta una lunga traversata a piedi nell’inverno islandese, un inverno che dovrà pur finire

e poi tante altre ottime letture come ad esempio
romanzi
I giorni sbagliati di Jacopo Tondelli
Prima di noi di Giorgio Fontana
La straniera di Claudia Durastanti
saggi
Il tempo non è denaro – Perché la settimana corta è urgente e necessaria di Giorgio Maran (da leggere con Lavorare tutti? Crisi, diseguaglianze e lo Stato come datore di lavoro di ultima istanza di Martino Mazzonis)
Red mirror. Il nostro futuro si scrive in Cina di Simone Pieranni

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