ogni attività umana produce un impatto, molte attività umane producono un impatto climatico
quindi una delle sfide che abbiamo è quella di modificare i nostri comportamenti, di sganciarci dalla dipendenza da acquisti compulsivi e comportamenti irrazionali
e su questo siamo d’accordo
ma ci meriteremmo un ministro della transizione ecologica migliore di Roberto Cingolani, uno che in un anno non ha ancora risolto nessuno dei problemi della transizione e che trova tempo ogni santo giorno per rilasciare dichiarazioni abbastanza discutibili su cose di cui non ha alcuna contezza reale
il ministro ieri ha rilasciato dichiarazioni di un paternalismo imbarazzante
di fatto citando dati che vengono da qui
ho fatto 20 minuti di ricerca e ho scoperto che, in estrema sintesi, Cingolani preferisce leggere gli articoli di giornalisti (non di scienziati) pubblicati sul sito di ENI piuttosto che studiare i lavori di ricercatrici e ricercatori
nulla di nuovo sotto il sole, insomma
1- l’International Energy Agency stima che la domanda di energia per la trasmissione dei dati è stata pari all’1,1-1,4% dei consumi elettrici e quella per i data center circa l’1%
si tratta di % sull’elettricità, non sui consumi energetici complessivi (sul totale dei consumi energetici sarebbe molto meno
a questi si sommano un altro 0.5 solo per le criptovalute, tipo bitcoin
2 – sempre la IEA ha predisposto un calcolatore online per determinare i consumi elettrici collegati alle trasmissione via streaming, ne avevo parlato qui
(un ora di streaming produce circa 50 grammi di CO2, un chilometro in auto ne produce più di 100, per dire)
3 – altre stime che provano a fare un ragionamento sulle emissioni complessive di tutto il comparto ICT arrivano a stimare le sue emissioni a circa l’1,8-2,8% del totale
ma stiamo parlando di tutti i consumi, quelli di computer, telefoni, reti, periferiche, data center, … inclusi i consumi per produrre queste macchine
dir quanto di questo è dovuto ai social è abbastanza arbitrario
4 – l‘aviazione produce il 2,5% delle emissioni di CO2 ma se si considerano gli impatti climatici complessivi si arriva al 3,5% del totale
quindi grossolanamente gli impatti climatici di tutto il settore digitale (ripeto, tutto tutto tutto) e più o meno dello stesso ordine di grandezza dell’impatto climatico dell’aviazione e non il doppio
ma ovviamente ci sono alcuni “ma”
1 – nel campo dell’aviazione, metà delle emissioni sono causate dell’1% delle persone (qualcosa mi dice che Cingolani fa parte di questo 1%, ma non ho dati certi a proposito)
2 – l’89% della popolazione mondiale non vola (sempre stesso studio)
3 – le emissioni dell’aviazione sono tra la più difficili da abbattere perché al momento non abbiamo sostituti ai carburanti usati in aeroplano (kerosene di origine fossile), mentre quelle dell’ICT, siccome sono soprattutto dovute a consumi di elettricità, possono essere abbattute se sviluppiamo la produzione da rinnovabili
quindi benissimo lavorare sui comportamenti personali, ma non tutte le persone hanno comportamenti analoghi
di nuovo si vede come la transizione è una questione prima di tutto di disuguaglianza e solo risolvendo le disuguaglianze possiamo pensare di compiere la transizione
ma tutto questo Cingolani non lo sa
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